Il Santuario della Madonna della Ceriola è situato a 600
metri di altitudine e collocato su uno spuntone di roccia, in uno
dei punti panoramici più suggestivi del lago d'Iseo.
La poetessa Emilia Belli così rievoca la sua immagine nei
versi finali di una lirica ad esso dedicata:
" E al bianco
tempio che - se il dì scolora - pare a l'ombre ribelle, la
verde costa ride sempre ancora...,
silenziose palpitan le stelle."
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Incoronazione della Beata
Vergine Maria, dipinto di Gianfrancesco Mazzucchelli, 1959 |
II Santuario venne
edificato nel Duecento sui resti di un'antica cappella a sua volta
costruita sopra un tempio dedicato a preesistenti divinità
pagane.
Numerosi sono i cambiamenti ed i restauri che si sono verificati
nel corso dei secoli, descritti nelle relazioni delle visite vescovili
previste dal Concilio di Trento e nei documenti conservati presso
gli archivi parrocchiali.
La chiesa è lunga 23 metri, alta 10,40, larga 7,30 ed in
queste ridotte dimensioni sono raccolte numerose opere d'arte oltre
alla statua della Madonna, vicino alla quale vennero poste nel seicento
quelle di S.Faustino e Giovita.
Le cappelle laterali accolgono due grandi tele: una cinquecentesca
di autore ignoto con la raffigurazione di S.Fermo, che si trovava
nella chiesetta di Olzano distrutta nel 1600, e l'altra dedicata
a S. Giuseppe e Ormata da Antonio Paglia nel 1750.
Degni di nota inoltre sono due affreschi che raffigurano rispettivamente
un Cristo legato alla colonna coronato di spine, ritenuto d'epoca
quattrocentesca, e una Madonna molto simile alla statua lignea datato
13 settembre 1509.
Uno degli eventi più importanti per i devoti della "Madonna
Ceriola" fu l'incoronazione della statua della Vergine, avvenuta
il 30 agosto 1924 come mostra un'immagine di questo volume, che
ha per soggetto un dipinto dedicato proprio all'incoronazione.
Fu un avvenimento documentato da lunghe cronache sui giornali della
provincia, una celebrazione che coinvolse anche gli abitanti di
tutti i paesi rivieraschi, portando sulla cima dell'Isola cinque
vescovi ed autorità del periodo.
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Gianfrancesco Mazzucchelli,
1950 |
Proprio in quell'occasione
venne inserita nel timbro e nello stemma del Comune la sagoma del
santuario che ormai assumeva non solo un valore religioso, ma rappresentava
l'unità di tutte le frazioni.
Don Trotti, parroco e "storico" di Monteisola, scriveva
di numerosi pellegrini provenienti dalle province di Broscia e Bergamo
che si spingevano fin sulla cima di Monte Isola e della devozione
alla Madonna, come possiamo constatare dalla testimonianza dei numerosi
ex-voto, tavolette semplici ma efficaci nel raccontare storie e
condizioni di vita della gente del lago.
Anche oggi il Santuario della Ceriola è mantiene una suggestiva
carica simbolica.
Lo dimostrano le immagini qui riportate dove si possono riconoscere
numerosi montisolani che vi si recano per preghiera ma anche per
godere della pace e del silenzio di questo luogo. In particolare
vorrei ricordare Gianfrancesco Mazzucchelli, che i miei compaesani
meglio ricordano con il soprannome di "Gioanì Fra".
La sua immagine ci viene restituita da una fotografia di questo
volume, ritratto accanto ad una delle cappelle che si trovano lungo
il sentiero per il Santuario e da lui dipinte. Ultimo erede, forse,
di quella famiglia di artisti popolari che per secoli interpretarono
la religiosità della gente dell'Isola, fu anche giornalista
pubblicista e commediografo. Fondò nel 1961 il giornale "La
Ceriola" di Siviano. Scrisse numerose commedie fra cui "La
leggenda della Madonnina di Serf", "Conte Diavolo",
"Buona festa reverendo", "II treno della venticinquesima
ora", "II miracolo dei canti e della montagna", "Scampagnata
a Favolandia", "Tarcisio", "Rose rosse al Politecnico",
"II cofano della speranza".
L'ultima sua fatica pittorica, fu un affresco nella chiesetta di
S. Antonio Abate a Monbasilio (Cuneo).
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1969 |
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Siviano porto 1930 |
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