A sottolineare inoltre l'importanza di questo
particolare luogo sono le numerose leggende che vengono tramandate
di generazione in generazione fra gli abitanti dell'isola. La più
suggestiva narra delle quattro Marie, giovani donne nobili che si
ritirarono per una vita ascetica: "una di queste s'elesse il
monte di Conche; l'altra quello detto Giogo; la terza ascese il
Monte dell'Isola; la quarta il più alto di Parzanica"(14)
L'unica forma di rapporto e comunicazione tra loro era un fuoco
acceso una volta l'anno in una data da loro stabilita. Un'altra
variante della medesima leggenda, narra che si buttassero alle fiamme
vecchie cose ormai inutili, in omaggio ad una delle quattro fanciulle,
che visse e mori nella cavità denominata Orecera. Nella stessa
grotta si narra che apparve la Madonna, posandosi sul cavo della
roccia a forma di seggiola.
La credenza popolare vuole inoltre che la statua sia stata trovata
nel bosco da un contadino, quindi trasportata nella sopracitata
grotta e successivamente nella piccola cappella già esistente
sulla cima. Secondo altre leggende, la Madonna sarebbe apparsa all'artista
che intagliò la statua, prima sotto le sembianze di una vecchietta
bisognosa ed in seguito sempre nella caverna secondo l'immagine
riprodotta. Il nome del Santuario viene elencato anche da Giovanni
da Lezze ne II Catastico Bresciano (1609 - 1610) in cui appare questa
descrizione: "Chiesa di Santa Maria delle Candelle officiata
da preti, il curato ha entrata 200 scudi, li altri manco".(15)
A questo proposito alcuni avanzano l'ipotesi che Ceriola derivi
da cera. La solenne festività della titolare del Santuario
cade infatti il due di febbraio il giorno della Candelora.
Un'altra testimonianza è costituita dal Registro dei morti,
conservato presso l'archivio parrocchiale di Siviano, oggetto di
un'accurata indagine da parte del prof. Antonio Squeo. Le pagine
del registro annoverano anche casi eccezionali, come quello occorso
al diciannovenne Giacomo, famiglio di Giuseppe Moretti, trovato
morto colpito da un fulmine nel campanile della Madonna Iseriola
il 29 agosto 1757. Iseriola ricorda inevitabilmente il nome di Iseo.
A questo proposito don Trotti non manca più volte di sottolineare
che il Santuario era meta di pellegrinaggi da ogni parte del lago
e sostiene inoltre: "... un tempio non più adibito a
Parrocchiale, lungi dall'abitato, con volto fabbricato da esser
dipinto, con soasa elegantissima e preziosa, fa evidentemente supporre
concorressero all'esecuzione delle varie opere, non solo gli abitanti
dell'isola ma ancora dei paesi limitrofi. E doveva essere quasi
spontaneo tale concorso dei circostanti paesi rivieraschi, (i quali
più tardi incominciarono ad innalzare chiese ed oratori ad
onor di Maria)" (16) Da ricordare inoltre la riflessione
di Paolo Guerrini in merito all'origine non pagana del nome di Iseo.(17)
A questo punto si potrebbe ipotizzare che Iseriola indichi un luogo,
ed in questo caso potrebbe essere intesa come Madonna del Lago d'Iseo".
Un altro modo di definire il Santuario è "S. Maria della
Seggiola". Il sacerdote pisognese Bortolo Rizzi, nella sua
Illustrazione della Valle Camonica, cita il Santuario proprio con
questo appellativo(18) L'effigie della Madonna all'interno della
chiesa è intagliata seduta in un tronco di quercia, proprio
perché ricavata da un ceppo di corro. In passato si è
avanzata anche l'ipotesi che Ceriola derivasse da "cerro",
e solo successivamente, come afferma don Trotti è stata aggiunta
la sedia. Lo stesso don Trotti, all'interno delle sue opere, menziona
molte immagini della Madonna seduta su una seggiola sia sui muri
di case private che all'interno delle varie chiese: così
come Paolo Guerrini: "A Portole sulla parete esterna di una
cascina di proprietà Bottoni si trova ancora in buono stato
un affresco votivo che rappresenta la Madonna seduta in trono col
Bambino fra le braccia, fiancheggiata dai due santi più popolari
dell'epoca, S.Antomo abate e S.Rocco; si legge il nome e la data:
Hoc opus f. f. Mateus f. Pedrini d Camplano - die 8 marcii 1547"(19)
Questa indagine, che non pretende di essere esaustiva, non vuole
avere altro merito che quello di stimolare ad ulteriori e più
approfondite ricerche. Essa è stata alimentata dallo spirito
che riecheggia le insolite parole di un malinconico don Trotti:
"Quanti avvenimenti umani, ignorati dal popolo, dimenticati
dalla storia, si aggirano intorno a quella chiesa! Essa resta e
resterà attraverso le bufere dei tempi e le umane vicende"
.(20)
"Uno speciale ringraziamento
a Vittorio Volpi per la disponibilità e la competenza nella
ricerca delle fonti, a Rosa Colosio ed al mio professore Antonio
Squeo per il suo prezioso aiuto"
(14) Lettere da Telgate di Davide Bertolotti,
in AA.VV. Montisola la montagna del lago. Milano 1825 p.107
(15) II Catartico Bresciano" (1609 - 1610) nell'esemplare
queriniano H.V. 1-2 Broscia 1973 f 44S v
(16) G. TROTTI. Il santuario...,cit.,p
(17) P. GUERRINI. op. cit. p. :"Il Rosa. e molti prima
e dopo di lui, hanno dedotto il nome di Isco dal supposto culto
locale della dea egiziana Iside; l'etimologia evidentemente 6 accomodatizia
e anche .... molto comoda, ma le manca ogni fondamento, archeologico,
filologico, storico. Il prof. Salvioni invece - glottologo di primo
ordine - nei suoi Appunti di toponomastica lombarda ( pp.251-253)
accostò il nome di Iseo a quello antico del lago Sebinus,
e tentò di cogliervi una forma arcaica Sebum, che sarebbe
la base di ambedue i nomi. [...J II prof. Olivieri nel Dizionario
di toponomastica lombarda (...) non accenna nemmeno all'altra etimologia
di Sebinus da Sinus-Binus , che io vedo prospettata per la prima
volta, ma in forma dubitativa, dal Prof. Bemardo Sma Guida del Lago
d'iseo (Lovere. L.Filippi. 1899) p.l I nota I. Questa etimologia
mi sembra la più naturale e la più evidente, e risparmia
di dover ricorrere a ipotetici nomi arcaici, di cui non si conosce
il senso. Il lago è tagliato dall'isola in due insenature;
ecco il sinus-binus. Il sinus diventa se (come usiamo ancora) per
influsso della parlata dialettale, nella quale facilmente l'i muta
in e. Quanto alla etimologia del nome di Ise a me sembra di potervi
scorgere ancora il sinus ma preceduto dall'aggettivo imus, cioè
Imus-sinus. donde sarebbe venuto un Imsè e quindi I-se. che
vorrebbe dire insenatura inferiore, come difatti risalta evidente
a chiunque guardi una carta geografica del lago."
(18) B. RIZZI, Illustrazione della Valle Camonica , Pisogne
1870
(19) P. GUERRINI, op.cit..
(20) G. TROTTI, Montisola nella sua storia religiosa e civile.
Brescia, 1916.
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