Prefazione - Don Antonio Fappani
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LA FESTA DI SANTA CROCE

La festa di S. Croce si svolge a Carzano, un borgo situato in riva al lago, a nord est di Montisola.
La sua celebrazione è un momento di unione ma anche di creatività, poiché quella che viene realizzata dagli abitanti è una scenografia enorme, che occupa tutte le vie del paese, attraverso le quali cinque anni il 14 settembre, passa la processione con la reliquia della S. Croce.

Processione con statua di S. Giovanni Battista patrono di Carzano, 1946

Rousseau sosteneva che togliendo al popolo le feste, gli si toglie la voglia di vivere e perciò la motivazione stessa del lavoro. Soprattutto, si eliminano le occasioni che promuovono la socievolezza e quindi si distruggono le basi della società.
"Fornite come spettacolo gli stessi spettatori, fateli diventare attori loro stessi; fate in modo che ciascuno veda e ami se stesso negli altri, affinché tutti abbiano più forti vincoli di amicizia."
Le feste furono "la vera culla dei popoli"; grazie alle feste primitive "si diventava più docili gli uni sforzandosi di farsi capire, si imparò a spiegarsi".
Nel caso in cui la festa è religiosa, lo sviluppo di questi sentimenti è agevolato da millenni di tradizioni che si alternano e si ripetono. Ancora oggi il rito corale, "la festa", consente alla collettività di evolversi ritrovando una consapevolezza di sé che va sempre più diminuendo, con l'avanzare della modernità e l'affievolirsi dei legami che uniscono il singolo individuo alla comunità.
Ed è spesso la religione, vista nel suo latente significato di tradizione e non tanto di condivisione di una fede, a dare Io spunto perché questa unione si verifichi soprattutto nelle realtà provinciali o rurali.
Le processioni di ringraziamento o le via crucis vengono infatti drammatizzate dalla popolazione attraverso il gesto, ma l'azione sacra non è altro che la rappresentazione del gruppo che mette in scena se stesso per ritrovarsi e salvarsi dalla dispersione. Più che di una celebrazione religiosa si tratta di una celebrazione dell'identità culturale.

Processione S. Croce, 1955

Le origini di questa festa sono assai incerte. Alcune credenze, non provate, dicono risalga ad un voto fatto dalla popolazione per ringraziare la Santa Croce, di cui una reliquia è conservata nel paese, che l'aveva preservata dalla peste del 1600.
Secondo questa ricostruzione, nel 1629 i Lanzichenecchi, in ritirata dopo la sconfitta subita a Mantova, giunsero in Franciacorta e vi portarono il morbo. Da qui la peste si espanse in tutta la zona del Sebino imperversandovi fino al 1632.
Le vittime furono migliaia in tutta la zona, ma non a Carzano che, secondo questa credenza, sarebbe rimasto indenne anche se alcune fonti paiono testimoniare una realtà molto diversa.
Infatti il documento denominato "Divisione del Comune di Carzano dal Comune di Monte d'Isola" del Notaio Francesco fu Ottavio Mazzucchelli, datato nove settembre 1744, è utile per comprendere fino in fondo il terribile segno lasciato dal morbo sulle popolazioni locali; tant'è vero che in questo atto troviamo una citazione molto significativa: "verso sera retifilando il Valzello contiguo al bosco detto della pest".

Carzano 1900

Mentre il Notaio Fioravante Oldofredi annota: "26 aprile 1702, in Siviano. Compare negli atti di me notaio ed alla presenza di Giacomo Sangallo di anni cento incirca della terra di Siviano ed abitante, il quale con suo giuramento afferma come lui frequentava il fu don Bernardo Giordano rettore di Siviano e spesso si recava presso di lui e si ricorda bene di non averlo mai visto andare a Carzano a cantar messe e mai andò al tempo della peste ad abitare in Carzano perché era ritenuta terra infetta."

1955

Inoltre un documento citato da Don Trotti, nel suo volume dedicato a Monte Isola, attesta che nel 1630 in una barca ferma nei pressi di Carzano, per paura della peste, dieci persone prima di scendere, fanno voto di versare una quota annua al cappellano per la celebrazione di una messa ogni domenica.
Più probabilmente però, la festa è nata in un contesto analogo, ma più recente. La maggior parte dei documenti ufficiali è andata perduta durante un incendio, ma nei suo diano redatto nel 1922 il oarroco di Carzano racconta dell'esistenza, al suo arrivo in paese di una pia associazione denominata della Santa Croce.
"Esiste in contrada la pia associazione della Santa Croce a cui tutti indistintamente fanno parte per sostenere le solennità Quinquennali in onore di Santa Croce: ogni membro di famiglia paga la sua tangente mensile (...). Dette solennità sono native istituite in tempi m cui perdurava qui la terribile epidemia di colera asiatico".
In un altro estratto, del 1924, dice il parroco: "Le Solennità Quinquennali in onore di Santa Croce risalgono ai tempi in cui queste plaghe erano travagliate dal cosiddetto colera asiatico. La popolazione ricorse alla valida protezione della croce ed il morbo cesso come per incanto: a perpetuo ricordo del memorando fatto, in ogni quinquennio si celebrano a Carzano solennissime feste."
In questo caso l'anno esatto dell'istituzione della festa sarebbe il 1836.
Ancora il parroco, nel descrivere lo svolgimento del rito, afferma: "processione solenne con S.S. Croce Banda di Tavernola e Sale Marasino: Grandi luminarie. Sparo del cannone."
II diario, probabilmente redatto da diversi parroci come testimoniano le diverse calligrafie, permette inoltre di avere informazioni su altre due edizioni della festa, nel 1929 e nel 1934 quando veniva orgogliosamente annotato: "Fu tantissima l'affluenza dei forestieri e tutti ebbero parole di lode per noi."
Emerge dunque l'immagine di una grande festa anche ad inizio secolo, che mantiene inalterati molti aspetti come gli spari, le luminarie, la processione nella cui realizzazione la piccola comunità investiva soldi e fatica.

1955

Per capire appieno, quanto questa operazione fosse onerosa, bisogna tener presente che l'economia della frazione di Carzano si basava, fino almeno agli anni 60 del '900, soprattutto sulla pesca.
Lo Statuto De Pescatoribus, 1473, stampato a Brescia nel 1722 recita che i pescatori erano costretti a rimanere dietro al loro banco scalzi, in qualsiasi stagione senza cappello e senza mantello.
E' quindi possibile intuire gli effetti della malattia sugli abitanti dei paesi lacustri.
II colera scoppiato nel 1817 in India, raggiunse l'Italia nel 1835 e Brescia nel 1836. A Monte Isola i più colpiti furono i pescatori, poiché erano continuamente a contatto delle acque stagnanti e vivevano in stanze umide in presenza delle reti bagnate.
Nel luglio 1836 viene riportatoufficialmente nel "registro dei morti" il primo caso di colera a Carzano e i morti si susseguono al ritmo di 2-3 al giorno, l'ultimo caso di decesso (il 31°) è registrato il 26 luglio su un totale di circa 200 abitanti; i morti sono compresi in una fascia d'età fra i 30 ed i 55 anni.

1955

Siccome non c'erano cure ed era praticamente impossibile scampare al contagio, sorsero molti culti votivi di ringraziamento dei superstiti.
Notizia certa sull'esistenza di una confraternita di devoti delle Sante Croci a Brescia ci viene da una provvisione comunale, datata 3 marzo 1520, concernente l'elargizione di cento lire di planet all'associazione, per la confezione di un gonfalone di rappresentanza e per interventi alle strutture murarie della cappella di pertinenza.
Gli scopi della Confraternita sono attestati in un decreto del Vescovo Bollani. Nel 1836 si profila un grande impegno per tutti gli iscritti. Dalla Congregazione Municipale viene proclamato, in data 21 giugno un voto cittadino, "perché in onore delle Santissime Croci siano innalzate all'Altissimo nuove pubbliche preci."
Nello stesso periodo anche a Carzano di Montisola si forma probabilmente la Compagnia della Santa Croce."
Ancor oggi esiste un comitato che si occupa dell'organizzazione ed un'associazione che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale e si dedica alla preparazione ed alla promozione di questo evento.
La festa per gli abitanti delle altre frazioni deve sempre rappresentare una sorpresa anche se i canoni di svolgimento rimangono invariati.
Le vie del paese vengono interamente decorate con "arcate" di legno, ricoperte di rami di pino addobbati con delicati fiori di carta, opera esclusiva delle donne di Carzano.
Oltre a questa grande festa quinquennale, a Monte Isola si celebra la cosiddetta "Madonna del Colera" nella seconda domenica di luglio al Santuario, in memoria di coloro che grazie ad un voto furono scampati dall'epidemia del 1836.

1955

Inoltre, nella piccola chiesa della frazione di Masse dedicata a S. Rocco, il santo della peste, ed a S. Pantaleone medico, sono conservati documenti ottocenteschi in cui il Santo viene ringraziato per aver preservato gli abitanti di Montisola dal colera.

 

 

 

Di Silvia Mazzucchelli

L'inganno, Festa di S.Croce, 2000

Santa Croce, 2000

Santa Croce, 2000

Santa Croce, 2000

Santa Croce, 2000

Santa Croce, 2000

Santa Croce, 2000
S. Croce edizione 1960
S. Croce edizione 1960
S. Croce edizione 1965
S. Croce edizione 2000
S. Croce edizione 2000
S. Croce edizione 2000
S. Croce edizione 2000
S. Croce edizione 2000
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